Comuni pronti per la simulazione del voto online fra due settimane?
Fra le 8.00 di mercoledì 13 e le 20.00 di giovedì 14 dicembre 2023, un campione di italiani con residenza o domicilio temporaneo in alcune circoscrizioni consolari di Paesi Ue, parteciperà ad una simulazione di voto online.
L’unico precedente di voto da remoto nel nostro paese risale al 3 dicembre 2021.
L’autenticazione degli elettori, l’espressione del voto e la raccolta dei risultati dello scrutinio avverrà attraverso la piattaforma web Portale E-vote. L’ accesso, possibile solo per i possessori di Spid, Cie o Cns, è riservato agli iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero e ai cittadini italiani temporaneamente presenti (per lavoro, studio o cure mediche) nelle circoscrizioni consolari coinvolte nella simulazione.
Qualunque dispositivo digitale collegato alla rete internet potrà essere utile per esprimere il voto attraverso la web application messa a disposizione. In alternativa i soggetti coinvolti potranno recarsi in apposite postazioni elettroniche presenti al di fuori dei locali adibiti ad ufficio elettorale di sezione.
Entro il 2030, in tutti gli Stati membri, i servizi pubblici online dovranno essere completamente accessibili a tutti, anche alle persone con mobilità ridotta. Una delle modalità indicate dalla Commissione Ue per raggiungere l’obiettivo è proprio partire dalla diffusione del voto elettronico.
Se il test avrà esito positivo, il ministero dell’Interno passerà alla fase due: la sperimentazione del sistema di voto e scrutinio elettronico in un vero evento elettorale, con valore legale.
I nostri Comuni sono pronti a fare la propria parte? Guardiamo i numeri.
Secondo le informazioni diffuse dal Ministero dell’Interno, hanno compiuto il percorso di dematerializzazione delle liste cartacee, i capoluoghi di regione e quasi tutti i capoluoghi di provincia (5.500 Comuni, circa il 70% del totale). Gli enti meno strutturati stentano ancora. Dall’ultima chiamata del Viminale, risultavano inadempienti ancora 2.400 Comuni, poco meno di uno su tre.
Previsti oltre 22 milioni di euro per finanziare contributi a questo scopo: dai 1.683,60 euro per i Comuni con massimo 2.500 abitanti fino ai 16.836 euro per gli enti con più di 250mila residenti.
Questo passo porterà agli enti locali enormi vantaggi, in termini:
- organizzativi
- di ottimizzazione dei costi di gestione
- di snellimento nell’aggiornamento del corpo elettorale
- di alleggerimento degli adempimenti a carico degli uffici elettorali comunali e sulle commissioni e sottocommissioni elettorali circondariali.
Sono previsti anche altri incentivi finanziati dal fondo complementare al Pnrr, a supporto dei Comuni che, entro il prossimo 31 dicembre, dovranno inserire nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr) i dati contenuti nelle liste elettorali e quelli relativi all’iscrizione nelle liste di sezione.
Ecco gli importi:
- un contributo una tantum di 1.683,60 euro per i 4.047 Comuni che hanno fino a 2.500 abitanti
- contributi da 2.806 euro, per i 1.488 Comuni ricompresi nella fascia che va da 2.501 a 5mila abitanti
- 3.928,40 euro, per i 1.860 enti che hanno tra i 5.001 e i 20mila abitanti
- 6.173,20 per la fascia 20.001-50.000 abitanti
- 16.836 euro per le città con più di 250mila abitanti.