Amministrative 2024: tutto quello che c'è da sapere
l 25 gennaio, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto legge Elezioni, un provvedimento che regolamenta gli "Election day" del 2024. Questa normativa riguarda ben cinque elezioni regionali e quasi 4.000 elezioni comunali, dimostrando l'entità e la portata di questo evento elettorale.
Una delle innovazioni principali è la possibilità di accorpare le elezioni europee ad altri appuntamenti, sia regionali che comunali. La decisione di mantenere le votazioni di domenica e lunedì per tutte le elezioni è stata confermata, con l'eccezione delle elezioni europee di giugno e degli altri appuntamenti elettorali che coincideranno nella stessa data: in questi casi, i giorni designati saranno sabato e domenica.
L'apice dell'"election day" avverrà l'8 e il 9 giugno, due giornate in cui i seggi rimarranno aperti per consentire una massiccia partecipazione. Questa sarà la terza volta in cui si voterà di sabato, seguendo le precedenti esperienze del 2004 e del 2009, durante il governo di Silvio Berlusconi.
Una delle peculiarità di questo evento elettorale sarà l'accorpamento di elezioni europee, amministrative, e in alcuni casi anche regionali, come nel caso del Piemonte. Complessivamente, 3.701 comuni saranno chiamati alle urne nel secondo fine settimana di giugno, coinvolgendo un vasto elettorato di quasi 17 milioni di votanti. Tra i comuni coinvolti, spiccano 27 capoluoghi di provincia e sei capoluoghi di regione, ovvero Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza.
Nel corso del 2024, sarà il momento di eleggere il governatore in Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna e Umbria. Il processo inizia in Sardegna il 25 febbraio, seguito dall'Abruzzo il 10 e 11 marzo. Il Piemonte, con circa tre milioni e 600mila elettori, opta per l'accorpamento con l'election day dell'8 e 9 giugno. L'Umbria sarà l'ultima regione a recarsi alle urne, in autunno, a meno che non decida di anticipare a giugno. La decisione della Basilicata è ancora in sospeso, ma si prevede che possa essere presa a breve dal presidente regionale Bardi.
Un aspetto rilevante introdotto dal decreto legge è l'estensione del terzo mandato per i sindaci dei Comuni con una popolazione compresa tra 5.000 e 15.000 abitanti, eliminando il limite di mandati per quelli sotto i 5.000. Inoltre, il decreto prevede un aumento del compenso per gli addetti ai seggi, confermando l'attenzione alle dinamiche e alle esigenze dei protagonisti di questo complesso processo elettorale.