Amministrazioni Comunali innervosite da una missiva di PagoPA
In merito al Fondo diInnovazione, da una missiva di PagoPA sarebbero state portate alla lucedelle non conformità relative ad obiettivi e requisiti per l'ottenimento deicontributi. Una questione che ha subito suscitato la preoccupazione delleamministrazioni comunali.
La missiva da parte di PagoPAè giunta direttamente ad alcuni Comuni, in merito all'Avviso Pubblico rivoltoai comuni in merito all'assegnazione dei contributi economici destinati adagevolare la transizione digitale nelle Amministrazioni. All'interno dellamissiva di PagoPA si trova una sorta di avvertenza riguardo il mancato raggiungimento degli obiettivi edei requisiti stando ai quali i contributi saranno erogati.
Cercando di fare il punto della situazione e di rassicuraregli enti coinvolti (tra cui oltre 5.500 Comuni, interessati a potenziare ipropri servizi digitali) andiamo ad analizzare la questione.
I contributi si ritrovano in quello che è appunto il Fondo Innovazione per l'innovazione e la digitalizzazione tecnologica, volto all'ottimizzazionedella transizione al digitale per gli Enti sui territori più a contatto con ifruitori ultimi (ovvero cittadini e imprese). Il supporto fornito dal Fondoprevede di aiutare i Comuni a mettere inazione alcune attività, ormai considerati fondamentali nell'era digitale, peruna PA che voglia dirsi efficiente e basilarmente informatizzata. Si parla di: rendereaccessibili i propri servizi attraverso il sistema SPID; renderefruibili ai cittadini i propri servizi digitali tramite l’App IO; portarea completamento il processo di migrazione dei propri servizi di incasso versola piattaforma PagoPA. Il tutto in conformità e come voluto dalDecreto Semplificazione e Innovazione digitale (DL 76/2020).
Le criticità emersedalle verifiche fatte alle amministrazioni comunali e che hanno fatto scattare l'allertada parte di PagoPA sono le seguenti:
- se sullo stesso portale di PagoPA, il numerodi servizi di incasso totali delComune risulta inferiorealla tassonomia indicata (in tal caso il numero espressamente indicatoè di 50 unità);
- se la percentuale di migrazione dei servizi di incassodichiarata risulta pari al 100% (percentualeinverosimile, poiché diversi servizi d'incasso non possono essere effettuatitramite la piattaforma di PagoPA);
- se il numero di servizi di incasso dichiarato risulta inferiorea quello rilevato sul nodo dei pagamenti;
- inoltre, certi servizi di incasso non sarebberostati dichiarati tra i servizi diincasso totali.
PagoPA ha innanzitutto rassicurato sulla soglia inferiore ai50 servizi di riscossione, stabilita solo ai fini statistici; i Comuni sonoquindi tenuti a dichiarare soltanto quei servizi davvero utilizzati. Gli enti che non hanno inserito l’IMU come serviziodi riscossione, devono invece inserirlo, denominandolo come “serviziodi riscossione non attivato”, dato il suo pagamento tramite modello F24.
Per i Comuni le cui pratiche si troveranno in stato di nonconformità a causa delle citate criticità sarà possibile rettificare oconfermare i dati entro 30 giorni dalla comunicazione da parte di PagoPA(successiva alla verifica), in cui ritroveranno le proprie pratichemomentaneamente retrocesse allo stato di "Bozza". Chi non rispetteràtale limite temporale si ritroverà il contributo decurtato dell'80% dellarichiesta.