PNRR, transizione energetica e guerra in Ucraina

PNRR, transizione energetica e guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina ha portato a galla molti problemilegati alle fonti energetiche, in particolare per la dipendenza italiana (edeuropea) dal gas proveniente dalla Russia. Grazie a Next Generation EU e diconseguenza al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si stavano giàgettando le basi per un'importante transizioneenergetica, ma viene da chiedersi come la guerra possa cambiare tali pianie progetti. Di certo il primo pensiero va al rendersi indipendenti dalla Russia.

Dei 750 miliardi di euro stanziati da Next Generation EU,ben 277,5 miliardi sono destinati nella transizioneenergetica, ovvero circa il 37% del totale. Per i progetti in materia di transizione energetica si sono stanziati inItalia 59,46 miliardi di euro, così suddivisi: 23,78 miliardi per le retienergetiche di ultima generazione, idrogeno e rinnovabili; 15,36 miliardi allariqualificazione energetica degli edifici; 15,05 miliardi per la lotta aglisprechi idrici; e 5,27 miliardi all'agricoltura sostenibile e all'economia circolare.Tali somme avevano uno specifico scopo per la transizione, ma adesso con ildanno economico causato dalla guerra si rischia di dover spostare il tiro epuntare necessariamente su aspetti quali manovre anti-crisi, sussidi, persostenere famiglie ed imprese.

Fornire la possibilità di rifornirsi delle necessarierisorse (gas, petrolio e fonti fossili) potrebbe diventare molto più difficile;gli investimenti pubblici si scontreranno infatti con un mercato instabile eun'inflazione in aumento, che renderanno problematico portare avanti iprogrammi auspicati. In pratica, la stessa transazione energetica programmatasi rivelerà ben più costosa delprevisto, con la Russia che detiene il controllo delle materie primefondamentali a tale passaggio, divenendo di fatto non attuabile quanto e comesperato e progettato. Già il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco haspiegato che "potrebbe essere necessario discostarsi temporaneamentedal sentiero di decarbonizzazioneintrapreso", ovvero le centrali a carbone potrebbero risultare necessariee quindi impossibili da dismettere.

Insomma, il PNRRdedicato incontrerà di certo ostacoliper quanto riguarda la transizione energetica, ma questa rimane una sfida a cuinon si deve e non si può rinunciare. Il mix energetico nazionale dipende ancoratroppo dal gas; si parla del 49%, percentuale che va di certo diminuita e ciallontanerebbe dalla dipendenza dalla Russia. Nel mix si fa sentire l'assenzadel nucleare, a cui si compensa con l'energia rinnovabile per un totale del44%, così suddivisa: idroelettrica (per il 20%), eolica (il 9%), solare (l'8%),infine geotermia e biomasse (per il 7%). A parte il carbone (al 5%) e infine ilpetrolio (il 2%).

La transazioneenergetica ha quindi assunto un aspetto ancora più importante, toccandoanche la geopolitica, a sottolineare come questo passaggio sia sempre piùimportante e delicato per il nostro paese (come per molti altri).

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