Fondo di solidarietà comunale 2025, risorse in aumento, ma Anci spinge per riforme e flessibilità
Nell’ultima Conferenza Stato-Città è stato approvato il riparto del Fondo di solidarietà comunale (FSC) per il 2025, una misura fondamentale per il finanziamento dei Comuni italiani. Questo riparto rappresenta un passo importante per alleggerire il peso della perequazione a carico degli stessi Comuni, già sotto pressione a causa delle restrizioni finanziarie in atto e dei crescenti costi per garantire i servizi essenziali. Grazie a queste risorse, i Comuni potranno ridurre di circa la metà la quota di finanziamento della perequazione, un risultato particolarmente atteso dagli amministratori locali.
Il Fondo di solidarietà comunale, alimentato in parte dal gettito dell’IMU comunale, svolge una duplice funzione: compensare le risorse attribuite in passato e sostenere la perequazione tra Comuni, favorendo una progressiva transizione dalla spesa storica verso un sistema basato sui fabbisogni standard e sulle capacità fiscali. Questo approccio perequativo è stato introdotto nel 2015 e sta crescendo progressivamente, con l’obiettivo di raggiungere il 100% entro il 2030. Per il 2024, la percentuale delle risorse distribuite con criteri perequativi è salita al 70%, e per il 2025 si prevede un ulteriore incremento al 60% per le Regioni a statuto ordinario.
Nel corso degli anni, i tagli alla spesa pubblica hanno ridotto la dotazione del Fondo, che per lungo tempo è stato finanziato quasi esclusivamente dai Comuni stessi tramite il gettito IMU. Tuttavia, dal 2020, grazie alla legge di bilancio, il Fondo ha beneficiato di risorse statali aggiuntive. Queste risorse, definite “verticali”, sono state destinate al potenziamento di servizi fondamentali come asili nido, trasporto scolastico per studenti con disabilità e servizi sociali, con l’introduzione di obiettivi specifici e di un sistema di monitoraggio per garantire il loro effettivo utilizzo.
Nonostante i progressi, l’Anci ha evidenziato alcune criticità e richieste prioritarie per migliorare il sistema di perequazione. Tra queste, spiccano la necessità di rivedere il modello perequativo, ormai datato di oltre 15 anni, per adeguarlo ai cambiamenti intervenuti nel contesto economico e sociale. Inoltre, l’Associazione chiede la rimozione del vincolo alle assunzioni di personale per il 2025, correzioni alla norma sui contributi per l’affidamento di minori, maggiore flessibilità nell’uso delle risorse di parte corrente e il ripristino dei contributi agli investimenti, attualmente azzerati nella manovra.
In attesa della pubblicazione ufficiale dei dati relativi al riparto del FSC 2025, l’approvazione di questa misura rappresenta un passo avanti importante per garantire il supporto finanziario ai Comuni italiani e migliorare la qualità dei servizi per i cittadini, ma il confronto con il governo resta necessario per affrontare le sfide ancora aperte.