Il debito nei Comuni, come gestirlo in un'ottica di sostenibilità per il futuro.
Non tutti sanno che amministrazioni centrali ed enti locali, riscontrando un debito di bilancio possono accendere mutui e prestiti, queste azioni però vanno fatte tenendo ben presente l'articolo 119 della Costituzione Italiana, modificato dalla legge costituzionale che nel 2012 ha introdotto il vincolo di pareggio di bilancio.
Si riconosce che Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni hanno le proprie risorse, con cui vengono finanziate attività e un patrimonio proprio, inoltre hanno la possibilità di decidere entrate e tributi propri.
Così per ricorrere a mutui o prestiti i Comuni vi possono ricorrere a patto che il complesso degli enti locali di una Regione sia in equilibrio di bilancio, cioè in presenza di un risultato di competenza dell'esercizio non negativo.
Altra cosa da specificare è che non ci si può avvalere di queste misure di sostegno per finanziare la spesa corrente, come ad esempio i servizi dedicati ai cittadini, prestiti o mutui devono essere utilizzati in investimenti come le opere pubbliche.
Questo dimostra che non sempre il debito di un Comune va letto in chiave negativa, infatti un debito può essere la dimostrazione che un ente voglia effettuare investimenti pubblici nel lungo periodo. Va valutata con attenzione però la sostenibilità del debito nel futuro, è importante calcolare correttamente la spesa annua sostenuta dai Comuni per rientrare dei prestiti ed evitare che la situazione debitoria vada fuori controllo intaccando l'erogazione dei servizi ai cittadini.
Analizzando i bilanci Comunali troviamo un'intera missione dedicata al debito pubblico, si leggono infatti due voci, la quota di capitale e la quota di interessi. Con la quota capitale viene rimborsata la somma che all'inizio è entrata nelle casse comunali, a cui vengono applicati gli interessi che vengono versati con la seconda voce, la quota di interessi appunto,
Grazie a queste due uscite il prestito o il mutuo contratto in passato viene progressivamente estinto nel presente.
Vediamo ora degli esempi di città con più di 200mila abitanti che hanno contratto debito pubblico: nel Comune di Torino si sono spesi 270 euro procapite (a cittadino), seguito dal Comune di Napoli con 153 euro procapite, da quello di Genova con 133 euro procapite e da quello di Firenze con 100 euro procapite, mentre ci sono Comuni che invece non hanno contratto nessun debito come Milano e Padova che stanno a 0. (Fonte openbilanci - consuntivi 2020).