Recovery Plan e Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Recovery Plan e Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Durante la conferenza Stato-Regioni-Comuni-Province dell'8 aprile, si è dibattuto di uno degli ultimi punti relativi al Recovery Plan, che la nostra nazione dovrà inviare a Bruxelles allo scopo di ottenere i fondi europei di Next Generation EU, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (o PNRR). I fondi che si verranno ad ottenere saranno poi utilizzati per finanziare le riforme e gli investimenti necessari a far ripartire l'Italia nel post pandemia da Covid-19.

Il presidente del consiglio Mario Draghi ha presenziato alla conferenza Stato-Regioni-Comuni-Province, e con lui erano presenti Daniele Franco, ministro dell'Economia e Mariastella Gelmini, ministra degli Affari regionali e della Autonomie. Il premier Draghi è stato per l'ennesima volta diretto nell'affermare che "è importantissimo spendere e spendere bene", riguardo il Recovery Plan. Sia in questa che in altre occasioni ha parlato di "occasione unica" da cogliere al fine di migliorare burocrazia e scuola, e del Piano come di un "pacchetto di investimenti molto ambizioso".

Il nuovo PNRR sarà presentato il 26 e il 27 aprile al Parlamento, per renderne possibile l'avvio alla Commissione Europea entro il 30 aprile. Si dovrà poi aspettare fino a due mesi per la valutazione del PNRR da parte di Bruxelles, che la passerà poi in esame al Consiglio Europeo. Dopo al massimo un altro mese di tempo, le risorse provenienti dall'Unione Europea inizieranno a fluire nel nostro paese (con un iniziale 13% pari a 209 miliardi di euro) entro l'estate. I fondi, utilizzabili fino al 2026, si dovranno restituire entro il 2058.

Sulle obiezioni di Nello Musumeci riguardo il tardivo coinvolgimento delle Regioni da parte del Governo sulla gestione dei fondi del Recovery Plan e sull'ancora troppo sensibile divario tra Nord e Sud Italia, il premier ha ammesso "che il sistema Italia è diviso in due poli", ma ha anche confermato che "l'uno ha bisogno dell'altro". Ha poi rimarcato l'importanza di infrastrutture (sia materiali che immateriali) per il Meridione, senza le quali lo si condanna ad un protratto stato di povertà. Chiudendo la sua risposta, Draghi ha poi confermato la necessità di una collaborazione tra Governo e Regioni, definendo queste ultime "le antenne nel rapporto con i cittadini".

Durante la conferenza è emerso che la supervisione politica del Recovery Plan sarà in mano a ministri competenti, facenti parte di un comitato costituito presso la Presidenza del Consiglio. Due sono i livelli del modello organizzativo del Recovery Plan: una struttura di coordinamento centrale a supervisione del Piano, che al raggiungimento degli obiettivi previsti sarà responsabile dell'invio delle richieste di pagamento alla Commissione Europea; responsabilità dei singoli investimenti e delle riforme e dell'invio dei rendiconti alla struttura di coordinamento centrale in mano alle amministrazioni.

Per aiutare le amministrazioni territoriali a semplificare le procedure e migliorare la capacità di investimento saranno costituite task force locali.


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