Pozzuoli: un buon esempio di come uscire dal debito
Sono centinaia i Comuni italiani ad essere caduti nel baratro del debito. Al contrario di altri comparti dello Stato, i Comuni sono soggetti ai forti vincoli del pareggio di bilancio, al quale non ci si può sottrarre. Eppure molti sindaci, soprattutto di grandi comuni, tentano a volte di "lasciare in eredità" tale seria problematica a chi viene dopo di loro. Tra i nomi in cui questa condotta è di certo spesso utilizzata troviamo nomi quali Roma, Napoli, Milano e Torino. Anche i comuni di piccole e medie dimensioni non sono estranei a tale problematica, che in genere prende la forma del predissesto o della sanzione di insolvenza del dissesto. Al di là del solito "rimbalzarsi" la colpa, spesso tali condizioni derivano semplicemente da una cattiva amministrazione.In questo panorama tutt'altro che felice, a volte però emergono dei Comuni virtuosi, che riescono a uscire in maniera egregia dai propri debiti. Questo è il recente caso di Pozzuoli, che come molti altri si era trovato in situazione di debito.
Nel 2015, l'amministrazione comunale di Pozzuoli decide di aderire alla norma spalmadebiti, che fornisce la possibilità di suddividere il debito fin'ora accumulato in un lasso di tempo di trent'anni. Il principale vincolo è la necessità di avere entrate comunali pari alle uscite, a cui si aggiungono anche l'anticipazione della quota capitale da ripagare. Da questo il rischio di incorrere in un nuovo debito (e relativo esito di dissesto), se tale equilibrio non fosse raggiunto. Realismo delle poste di bilancio, certezza degli introiti, controllo delle uscite sono quindi i tre punti fondamentali del bilancio comunale che voglia riuscire in tale operazione.
Tra il 2015 e il 2021, Pozzuoli ha seguito questi tre punti attraverso le seguenti operazioni: ricognizione dei residui di bilancio diretta a verificare: la fondatezza giuridica dei crediti accertati e della loro effettiva esigibilità; affidabilità futura delle entrate; costituzione di una struttura di coordinamento, di una direzione unica, in grado di gestire entrate tributarie, canoni idrici e contenzioso tributario; attività di recupero dell’evasione e dell’elusione.
In questo modo, nel periodo tra il 2014 e il 2020, il comune ha aumentato la riscossione per i tributi di oltre il 25%, mentre si parla del 26% per i canoni patrimoniali e del 102% per i canoni idrici. In questo modo oltre a poter ripagare la quota dello spalmadebiti, il comune si è potuto anche permettere di allargare la propria spesa sociale, ad esempio riducendo la Tari per le persone in situazioni più difficili. Quello di Pozzuoli, se non un modello, può essere di certo un buon esempio da seguire per i comuni che devono fare i conti con il debito.