Ritardo per i bilanci preventivi per oltre 200 comuni a rischio di dissesto
Spesso e volentieri alla base dell'impossibilità di redigere bilanci di previsione troviamo il sovraccreditamento (e non il sovraindebitamento come si potrebbe credere), ovvero enti che si ritrovano a spendere troppo e male le proprie risorse.
Un ente può stilare il bilancio di previsione solo in situazione pareggio finanziario complessivo per l’esercizio di competenza, ovvero in condizione di equilibrio tra spese ed entrate finali. Stando ad un dossier elaborato per l'agenzia Adnkronos da Centro studi enti locali sulla base di dati governativi, sono molti gli enti (in particolare quelli siciliani) a trovarsi con un valore di uscite ben superiore a quello delle entrate, tanto da non poter più intervenire sul fronte spese. In questi casi, per giungere a una situazione di equilibrio, rimane la sola possibilità di far leva delle entrate, aumentandole, riducendo quindi gli accantonamenti e i disavanzi, migliorando la capacità di riscossione delle proprie entrate.
A fine anno, oltre 200 bilanci preventivi mancavano all'appello nella banca dati delle amministrazioni pubbliche, a poco dalla chiusura dell'esercizio finanziario, metà dei quali delle amministrazioni siciliane (delle quali, due terzi non avevano ancora approvato il bilancio di previsione a metà novembre). Assieme agli enti siciliani, altri enti hanno trascorso quasi l'intero anno in esercizio provvisorio. Tra questi troviamo in primo luogo quelli calabresi (11%), campani (9%), lombardi (4%), laziali (3%), piemontesi (3%), abruzzesi, pugliesi, lucani, marchigiani, sardi e infine molisani.
Tale situazione deriva spesso dall'incapacità di riscuotere le imposte e le sanzioni, portando tali introiti ad essere troppo scarsi anche per coprire il minimo richiesto a garanzia di una gestione equilibrata. Non sorprende quindi che la Sicilia (con oltre il 60% degli enti) si in testa a questa classifica, essendo una regione che storicamente ha posto scarsa attenzione alla riscossione e con responsabili dei servizi finanziari spesso poco prudenti. L'impossibilità di pareggiare i conti, se ufficializzata, porta l'ente a dover dichiarare il dissesto finanziario, ecco perché sono così numerosi comuni in questa situazione di stallo.
Come si diceva, spendere troppo e male è una delle maggiori cause di dissesto per gli enti pubblici, fattore che può capire si leghi molto facilmente alla scarsissima capacità di riscossione di numerose amministrazioni. Tali amministrazioni si ritrovano con crediti bloccati o di difficile esazione, che conducono alla crescita del fondo crediti di dubbia esigibilità, conducendo spesso all'impossibilità di raggiungere l'equilibrio richiesto tra gli stanziamenti di entrata e di spesa del bilancio di previsione.