146 milioni di multe in tasse non incassate dai Comuni veronesi.
Il grosso ammontare che si trova nelle casse dei Comuni veronesi, oltre 146 milioni di euro, pare che non riesca ad essere incassato. I Municipi infatti cercano di riscuoterlo attraverso il pagamento di bollette, tasse e multe non versate, questo credito viene definito con la dicitura “credito di dubbia esigibilità” e si trova tra le colonne dei budget previsionali.
Purtroppo la Regione Veneto si trova di fronte ad un numero sempre più in crescita di cartelle esattoriali emesse dai Comuni ai cittadini e alle imprese che non adempiono ai pagamenti, lasciando maturare nei bilanci buchi sempre più grandi.
Lo Spi Cgil Veneto, che ha elaborato i dati sui bilanci comunali 2021, ha riscontrato che più di un terzo dei crediti attivi, oltre 423milioni, complessivamente dichiarati dagli enti locali della provincia è considerato come difficilmente esigibile. La situazione di “dubbia esigibilità” purtroppo rappresenta l'ultimo step prima del deterioramento del credito. Una situazione davvero difficile per tutti quei Comuni del veronese, ben 98, che potrebbero utilizzare queste ingenti somme per interventi sociali, culturali ed educativi, come l'abbattimento delle rette per gli asili nido per sostenere i nuclei famigliari in difficoltà. Invece è una grossa risorsa economica che rischia di non poter essere mai utilizzata.
Chi detiene più credito di dubbia esigibilità è sicuramente il Comune del capoluogo di provincia, ovvero 69 milioni su 163 milioni di crediti attivi, con un valore pro capite (a cittadino) sui crediti non riscuotibili di 267 euro. Subito dopo troviamo il Comune di Legano, che si ritrova 10 milioni di crediti non esigibili su un totale di crediti attivi di oltre 20 milioni, arrivando ad un valore procapite di 399 euro. Secondo l'analisi la lista di Comuni in questa situazione è davvero lunga, con Valeggio che su 5,8 milioni di crediti attivi si ritrova con quasi 4 milioni non utilizzabili, Vigasio con 3,3 milioni di crediti fermi su 6 milioni attivi, Villafranca con 1,8 milioni su 3,6 milioni e via dicendo. Si parla di almeno 22 Comuni veronesi che presentano un'ingente somma di crediti difficili da riscuotere, con una percentuale che va dal 35% al 45% in rapporto i crediti attivi. E col passare degli anni il valore dei crediti aumenta, perché se confrontiamo le cifre del 2016 i crediti di difficile riscossione erano 53 milioni sul totale, mentre nel 2019 122 milioni per arrivare ai 146 milioni circa del 2022. Non incassando questi crediti i Comuni non hanno le risorse necessarie per i servizi al territorio, provocando un danno doppio ai cittadini. Queste le considerazioni di Adriano Felice, segretario generale Spi Cgil Verona: «Da un lato i municipi presentano bilanci in ordine che tuttavia non rispondono alla situazione reale delle proprie finanze, che oltre ad essere gravate dai rincari dell’energia, si portano in dote anche questo fardello di mancati incassi.D’altra parte, mancano le risorse da dedicare ai cittadini più fragili».