Emendamenti al Sostegni bis per una piccola manovra salva-comuni
La commissione di bilancio della Camera ha da poco approvato la piccola manovra salva-comuni, data dagli emendamenti al decreto legge Sostegni-bis. In questo modo si vogliono mettere in sicurezza gli enti a rischio default a causa della sentenza della Consulta e le aziende speciali con i conti in rosso.Vengono così fornite più tempo e risorse allo scopo di ripianare i disavanzi extra creati nei bilanci comunali dalla sentenza numero 80/2021 della Corte sul Fondo anticipazioni di liquidità. La possibilità di ripianare l'eventuale maggior disavanzo, registrato al 31 dicembre 2021 e dovuto alla sopracitata pronuncia della Corte, avrà un tempo limite di 10 anni, in quote costanti e al netto delle anticipazioni rimborsate nel 2020. Inoltre, se nel testo originale si parlava di una dote di 500 milioni a tale scopo (Dl 73/2021), la cifra è stata fatta salire a 660 milioni.
L'emendamento riguardante le aziende speciali, scritto dalla senatrice Giulia Lupo (Del M5S) si occupa di introdurre una deroga alla legge di stabilità 2014 (comma 555 della legge n.147/2013), con la quale si prevedeva che "a decorrere dall'esercizio 2017, in caso di risultato negativo per quattro dei cinque esercizi precedenti", le aziende speciali si sarebbero ritrovate "in liquidazione entro sei mesi dalla data di approvazione del bilancio o rendiconto relativo all'ultimo esercizio". L'emendamento crea un'eccezione in caso "il recupero dell'equilibrio economico delle attività svolte sia comprovato da un idoneo piano di risanamento aziendale". La senatrice Lupo spiega che "non si tratta di una deroga indistinta", riguarda infatti le aziende che si sono impegnate a cambiare modo d'agire, ideando un "piano di risanamento che le riporti progressivamente ad avere i bilanci in equilibrio". Evitando alle aziende speciali di andare subito in liquidazione in seguito ad una grave situazione debitoria, si cerca anche di salvaguardare il posto di quei lavoratori coinvolti, che rischierebbero di perdere l'impiego per la cattiva gestione passata.