Riscossione: chiamati in causa i gestori privati
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Il panorama della riscossione dei crediti sta cambiando. Su un totale di 1.153 miliardi di euro di crediti accumulati dal 2000 al 2022, solo 114 miliardi di euro sono recuperabili in modo concreto, rappresentando appena il 10% dell'importo totale.
Ecco la ragione di coinvolgere gestori privati per i crediti ultra-quinquennali già dichiarati insolubili. Il loro compito precederà l'emanazione del decreto attuativo che specifica i criteri per assegnare la riscossione di multe, tasse e altri debiti non pagati.
Il percorso prevede che al 31 dicembre del quinto anno successivo all'affidamento, i crediti non recuperati saranno automaticamente scaricati. All'emergere di nuovi e significativi elementi reddituali o patrimoniali, l'ente creditore avrà la possibilità di rifarsi su quelle somme. La riscossione coattiva potrà essere affidata a soggetti privati con procedura di gara pubblica, stabilendo una commissione percentuale sull'importo recuperato.
Strade già battute dalle società iscritte all'albo per la gestione delle entrate degli enti locali dal 2020 (Titolo II del Dpr 602/1973) che sono in una posizione di vantaggio tra i potenziali partner privati. Operando in oltre 4.800 comuni, servendo 27 milioni di cittadini e impiegando 7.000 dipendenti, sono in grado di offrire un efficace servizio di front office e di evitare, per quanto possibile, il ricorso a misure cautelari ed esecutive. Le loro percentuali di successo nella riscossione superano mediamente il 50% del credito azionato, sebbene l'importo medio delle imposte locali sia inferiore rispetto a quelle erariali.. Questi risultati positivi derivano dalla loro conoscenza del territorio e dei contribuenti, che consente loro di valutare la solvibilità effettiva e di stabilire un contatto con i debitori per proporre piani di pagamento adeguati.
Nel corso degli ultimi cinque anni, l'indice di riscossione dell'Agenzia delle Entrate (Ader) è stato del 12,3%:
- con risultati inferiori per gli enti statali;
- con tassi di riscossione compresi tra il 20% e il 25% per le concessionarie private.
Restano da definire:
- il trattamento dei crediti ultra-quinquennali;
- l'interoperabilità delle banche dati;
- il livello di competenza tecnica in logica territoriale.
Discutiamo su una prospettiva interessante che apre la strada a ulteriori forme di collaborazione tra i concessionari privati e l'Agenzia delle Entrate. Il suo successo dipenderà dall'effettiva attuazione delle nuove normative e dalla loro implementazione pratica.