I Big Data degli Enti pubblici al servizio della medicina del futuro
La rivoluzione digitale ha portato un cambiamento significativo nell'intera società, ma la recente pandemia ha accelerato questo cambiamento in modo esponenziale soprattutto nel campo della sanità. Si sta passando da un modello basato sui casi patologici e sugli episodi ad un approccio incentrato sui dati. Invece di considerare i singoli casi, si stanno considerando le informazioni su casi aggregati, disponibili per ospedali ed enti pubblici, in modo tale da intervenire in modo più efficace sulla prevenzione delle malattie e migliorare la qualità della vita.
La medicina del futuro sarà fondata sui dati, che rappresentano un fenomenale acceleratore dell'uso dell'intelligenza artificiale per trovare nuove cure e tagliare i costi di sviluppo dei farmaci più innovativi. In Italia, il fenomeno delle malattie croniche rappresenta un grande svantaggio per la spesa pubblica, poiché la spesa sanitaria ha raggiunto nel 2020 il 12% del PIL e la spesa per le pensioni è stata intorno all'18% del PIL nel 2021. L'Italia quindi, con la sua elevata aspettativa di vita e il crescente costo delle malattie croniche, potrebbe trarre enormi benefici dal passaggio a un approccio basato sui dati. La digitalizzazione potrebbe portare a risparmi significativi nel lungo termine, soprattutto per la gestione a distanza di pazienti cronici, e l'uso di dati e algoritmi potrebbe aiutare a controllare la spesa sanitaria. Ma l'obiettivo principale rimane sempre quello di migliorare la qualità della vita delle persone, puntando alla prevenzione personalizzata.
I dati sono essenziali per la prevenzione personalizzata, in modo tale da comprendere i fattori di rischio basati sull'analisi di un gran numero di dati, come il profilo genetico, la dieta e le attività giornaliere. Ciò ci permette di prendere coscienza sulle possibili azioni da intraprendere e gli stili di vita da adottare per rimanere in salute più a lungo o limitare gli effetti delle malattie.
È importante fare una distinzione tra i dati ad uso primario e quelli ad uso secondario. I dati ad uso primario consistono nel contenuto delle cartelle cliniche, i referti con le informazioni che ci riguardano direttamente e che ci ritroviamo ad esibire al medico per avere una diagnosi. I dati ad uso secondario, invece, sono dati riferiti ad un paziente generico, ovvero l'insieme di caratteristiche ed informazioni che ci rappresentano senza tener conto della nostra identità. Questi dati non servono necessariamente a curare il singolo individuo ma a curare la comunità e a migliorare il modo in cui si fa ricerca, i farmaci, le terapie e anche la prevenzione.
In conclusione, il cambiamento di paradigma verso un approccio incentrato sui dati può portare grandi benefici alla società, come una maggiore efficienza nella gestione sanitaria, una migliore prevenzione personalizzata e una riduzione dei costi a lungo termine. Tuttavia, è importante considerare anche la protezione dei dati personali e la necessità di un uso etico e responsabile degli stessi.